Istruzioni

A differenza di ciò che si pensa, il raku non è un tipo di ceramica, bensì un metodo di cottura o lavorazione della ceramica se cos’ vogliamo chiamarlo.

Per i “non addetti ai lavori” si raccomanda di utilizzare per questa tecnica argilla refrattaria in quanto le sue proptrieta le permettono di sopportare lo shock termico .

 

Ciò premesso, per riuscire a creare degli oggetti col metodo raku, occorre avere a disposizione dei forni appositi. Molti artigiani della ceramica organizzano delle vere e proprie giornate raku, durante le quali anche gli hobbisti possono cimentarsi con quest’attività.

Partiamo dal principio. Per creare l’oggetto in ceramica, occorre procurarsi della creta cruda. La trovate presso gli artigiani ceramisti o presso i colorifici meglio forniti.

La creta è un materiale malleabile che si lavora con le mani o con strumenti appositi e si modella facilmente. Con l’ausilio di un pò d’acqua può assumere la forma che desideriamo.

Utilizzando degli stampi in materiale poroso, come ad esempio la creta cotta e grezza, potete dare vita a ciotole, vasi e quant’altro. Ma potete procedere anche a mano libera.

Una volta ottenuta la forma definitiva dell’oggetto, con una spugnetta umida, lisciatelo in maniera tale da togliere ogni irregolarità. Quindi , adagiatelo su un piano e lasciatelo asciugare per qualche giorno. Ricordate che più alto è lo spessore dell’oggetto, più tempo occorre.

A questo punto, l’oggetto avrà assunto una colorazione verde sbiadita, sarà asciutto ma ancora fragile. Con delicatezza, sistematelo su un vassoio o su una cassetta per il trasporto.

Naturalmente le colorazioni variano da argilla ad argilla perciò non prendete alla lettera le indicazioni appena lette.

L’oggetto creato va fatto cuocere in un apposito forno per ceramica che raggiunge gradualmente temperature elevatissime. In questo forno, sosterà per diverse ore.

(delle tempistiche per la cottura chiamata biscotto ne parleremo più avanti )

 

Potete rivolgevi ad un artigiano ceramista che provvederà a cuocere il vostro manufatto, con tutta la cura del caso. Avrete così un oggetto in creta cotta, ma ancora grezzo.

Passiamo quindi alla fase della decorazione, che in genere avviene nell’ambito di una ‘giornata raku. Potete dipingere i vostri oggetti con i colori appositi per ceramica, messi a disposizione dall’artigiano.

Il segreto dell’effetto raku, consiste nel lasciare ampie porzioni del manufatto prive di colore, perchè saranno proprio queste che a fine lavorazione, creeranno il peculiare effetto bruciato.

(anche in questa fase l’artista sperimenterà sulla propria pelle , io sconsiglio di leggere troppi consigli in modo da non influenzare la propria creatività e sono convinto che gli errori siano molto utili )

Il colore, una volta applicato, asciugherà piuttosto in fretta, assumendo una conformazione quasi sabbiosa. Gli effetti più suggestivi si ottengono con l’utilizzo del bianco.

Il forno per la cottura raku artigianale, è costituito da un grosso contenitore in metallo rivestito internamente in fibra di ceramica.

I miei forni hanno le seguenti caratteristiche:

La camera di metallo è di 2/3 mm e fibra di ceramica gradazione max 1200 gradi.

. Questo forno raggiunge temperature elevatissime in poco tempo (1 ora circa), permettendo la fusione e la fissione del colore sulla creta.

 

Il ceramista provvederà a sistemare i vari oggetti nel forno, in maniera tale che non si tocchino, per evitare che si saldino fra di loro.

 Il forno viene quindi chiuso e acceso.

Una volta che gli oggetti saranno cotti al punto giusto (si capirà che sono cotti al punto giusto perché saranno incandescenti ), il forno verrà spento e aperto. Con l’ausilio si una grossa pinza, gli oggetti incandescenti verranno tolti uno ad uno e gettati con delicatezza in un mucchio di segatura oppure fogliame secco o giornali in modo da dar origine allo shock termico che darà origine alla formazione ad effetti suggestivi

Questo  un modo ma ne esistono mille altri ad esempio togliere il pezzo incandescente poggiarlo su un basamento refrattario e avvicinare dei peli di una coda di cavallo che magicamente si salderanno al pezzo dando un effetto marmo .

Questa è infatti la parte più divertente e faticosa del procedimento. Una volta che l’oggetto incandescente tocca la segatura, questa comincia a bruciare. Sarà vostra cura, tenere a bada le fiamme in maniera tale che non si incendi tutto, soffocandole con altra segatura.

Io consiglio di mettere la segatura in un contenitore di metallo e chiuderlo una volta che si genera la fiamma con un coperchio in modo da togliere tutto l’ossigeno

 

In questa fase, l’acqua non va utilizzata, altrimenti lo shock termico rischierebbe di rompere gli oggetti, che vanno lasciati ‘riposare’ fino a che non saranno scesi di temperatura.

E’ proprio mentre sostano nella segatura che i manufatti acquisiscono il loro aspetto peculiare. La segatura a contatto con la parte ‘nuda’ della ceramica, creerà l’effetto bruciato.

Solo dopo diversi minuti, potrete toccare gli oggetti finiti. Lavateli quindi in acqua e sfregate con una paglietta per rimuovere gli eccessi di segatura bruciata.

Avrete così dei soprammobili speciali, assolutamente personali che potrete esporre con orgoglio nella vostra casa o regalare.

Vi ricordo che l’oggettistica in raku, proprio a causa di questa lavorazione impegnativa, nei negozi raggiunge prezzi non indifferenti. Per quanto l’utilizzo dei forni presso i ceramisti non sia gratuita, avrete comunque un notevolissimo risparmio. Oltre ad un’esperienza suggestiva da raccontare.